L’Occitania è un’ampia area non delineata da confini che si estende dai Pirenei alle Alpi e dal Mediterraneo all’Atlantico, comprendendo gran parte del centro-sud della Francia, la Val d’Aran in Spagna e ben sedici valli in Italia localizzate principalmente nelle province di Cuneo e Torino, ma che comprende anche due paesi della provincia di Imperia e, curiosamente, anche Guardia Piemontese, nella lontana Calabria.

Una delle caratteristiche principali è la lingua occitana, lingua d’oc, un idioma particolare ricco di fascino e molto caratteristico. La lingua d’oc si è formata dalle parlate locali Iberiche e Celto-Liguri latinizzate dalla conquista romana, ma fu influenzata anche dalla presenza Visigota al sud-ovest e da molti altri popoli. Proprio la lingua occitana è il fil rouge che lega tutte queste terre; una lingua che purtroppo va pian piano scomparendo, ma che ha permesso di tramandare la cultura e le antiche tradizioni di questo popolo, come quelle legate alla musica e alla danza, arti distintive di queste terre che negli ultimi decenni hanno conosciuto una straordinaria vitalità e nuove opportunità di rilancio.

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Il territorio delle Valli occitane italiane si può identificare nelle aree dell’alta Val Susa, le Valli Chisone, Germanasca, Pellice in provincia di Torino, e le Valli Po, Varaita, Maira, Grana, Stura, Gesso, Vermenagna, Ellero, Pesio e Corsaglia in provincia di Cuneo. Un grande comprensorio ricco di storia, di cultura e molto attiva soprattutto sotto il profilo ludico sportivo. È una terra molto vicina e sorprendente da visitare. I percorsi di trekking, le escursioni a piedi, in bicicletta o a cavallo, la pratica degli sport estremi e invernali e il relax immersi nella natura, infatti, fanno di questa terra una delle più suggestive del nostro paese. Dal basso Piemonte poi passiamo in Liguria, ai paesi occitani di Olivetta San Michele e in parte all’antico borgo di Triora, la città delle streghe in provincia di Imperia. Il tutto in un vasto territorio, in gran parte montuoso, in cui vivono più di 180.000 persone. Come dicevamo una peculiarità della minoranza linguistica è rappresentata dal comune di Guardia Piemontese, in Calabria e per esattezza in provincia di Cosenza. Questa particolarità è dovuta al fatto che un folto gruppo di superstiti delle persecuzioni delle colonie valdesi di Bobbio Pellice (Torino) emigrarono qui per trovare pace e serenità.

La musica e le danze occitane sono una delle caratteristiche più rappresentative di questa minoranza. Fin dall’antichità gli occitani erano soliti ritrovarsi nelle osterie o sulle piazze di paese per condividere la gioia della vita e, soprattutto nei giorni di festa, i musicisti locali intrattenevano la popolazione con canti, cori, musiche e danze. Queste musiche e canzoni occitane sono arrivate perfettamente conservate fino ai giorni nostri. Gli strumenti tipici sono il violino, l’organetto, il galoubet, i tamburi e soprattutto un particolare liuto chiamato ghironda.

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Anche i costumi sono quelli tipici delle popolazioni montane, colorati e sgargianti, sono costumi della tradizione folkloristica che gli abitanti mostrano con orgoglio e senso di appartenenza.

La cura dell’ambiente, i lavori artigianali, la cultura, la gastronomia, sono tutti aspetti consolidati nel tempo ma che proiettano la cultura occitana nel futuro. La condivisione delle tradizioni e la difesa della propria identità, infatti, sono una missione che i vari gruppi locali stanno cercando di portare avanti con fierezza.

Uno dei prodotti tipici di queste zone di montagna è il formaggio, stagionato o fresco, come la toma, la robiola o il “Seirass del fen”, la produzione di questo alimento è un caposaldo della tradizione gastronomica occitana che ha spesso come principali attività l’allevamento del bestiame e la transumanza.

Proprio nelle usanze e nelle ricette legate alla gastronomia locale si possono leggere secoli di tradizioni tramandate da generazione in generazione. Un bellissimo racconto che narra la vita di un popolo fiero, povero come i piatti e i loro prodotti legati alla terra e alle stagioni.

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Vediamo alcuni piatti tipici per capire meglio questo concetto:

  • Li dundirùn: un piatto a base di farina di frumento, un mestolo di latte, due uova, un litro di acqua (o di brodo), burro e sale. Dopo aver mescolato gli ingredienti e quando l’acqua bolle buttare la pasta a cucchiaiate, lasciare bollire per qualche istante, poi scolare e servire.
  • I soubric: lessate sei patate in acqua salata, ridurle a purea e aggiungere due cucchiai di farina, due uova intere sbattute e mescolare il tutto. Una volta pronto l’impasto, friggere a cucchiaiate in olio bollente e servire ben caldi.
  • Castagne al latte: mettere le castagne nell’acqua e nel latte freddi, portare il tutto a ebollizione e cuocere per un’ora e mezza. Servire poi con il sugo di cottura.
  • A menestro de chaw: mettere un po’ di sale in una pentola piena di acqua, aggiugnere un pezzetto di burro, dell’aglio tritato e qualche patate a pezzi. Una volta giunta a ebollizione, buttare il riso o la pasta e il cavolo (chaw) tagliato pezzettini. Basteranno altri 20 minuti circa per essere pronta da mangiare.
  • Caiettes occitane alla salsiccia: sono degli gnocchi di origine francese a base di pane ed erbette, tra le più usate sono lo spinacio o la bieta. È una tipica ricetta per riciclare il pane raffermo che si trasforma magicamente in un piatto gustosissimo!
  • Torta amara della Vallera: fatta con farina, zucchero burro, 2 tuorli, un mix di mandorle amare e dolci e un tocco di scorza limone grattugiata. L’impastato ottenuto con i suddetti ingredienti, vanno stesi e messi in una teglia di terracotta imburrata e infornata a 180° circa per una 20 di minuti.
  • Gnocchi al castelmagno: sono uno dei classici primi piatti con cui si usa il Castelmagno fuso, una ricetta da provare assolutamente. Un altro must, con cui provarlo fuso è il risotto. il Castelmagno è un formaggio simbolo della Valle Grana, una delle Valli Occitane in Italia.

Il ricettario è molto vario, ma come vedete sono tutte ricette molto facili e dalla spirito montanaro, sincere e forti come i suoi abitanti. A noi la voglia di fare un giro per le terre occitane è già venuta, non appena sarà possibile varrà la pena organizzare un bel tour.

E per fortuna le valli occitane saranno ancora lì ad aspettarci!

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