Il viaggio è sempre un’esperienza entusiasmante, in molti casi unica, poiché offre l’occasione di visitare luoghi fantastici che forse non rivedremo mai più. 

Se è vero che le emozioni possiamo conservarle gelosamente dentro di noi, non sempre la memoria regge il confronto con il cuore. Per questo per ricordare l’esperienza di viaggio c’è un modo per portarsi via qualcosa che diventa nostro per sempre: la fotografia. Una foto non cattura solo un momento felice del nostro viaggio, permette di raccontare la storia del luogo, delle persone che lo abitano, la cultura di un paese o le meraviglie della natura. Ogni volta che ci capiterà tra le mani quell’immagine sarà come viaggiare migliaia di chilometri in un istante; sarà come abbracciare una persona conosciuta sulla strada o assaporare quel piatto di cui sicuramente non ricorderai il nome, anche se il sapore, quello non lo scorderai mai.

La fotografia di viaggio è un tema complesso e sfaccettato con diverse implicazioni umane e culturali. Tecnicamente spazia fra architettura, ritratto, paesaggio, natura, reportage, riprese notturne e molto oltre. Che tu sia un amatore o un professionista, cercare l’attimo perfetto per scattare una foto non diventa solo arte ma filosofia. In un istante catturiamo il tempo con tutto quello che c’è dentro.

Per chiunque ami viaggiare, la fotografia di viaggio ha da sempre esercitato un fascino irresistibile. Merito anche di riviste, come il National Geographic ad esempio, che ci trasportano in mondi così lontani da sembrare irreali, quasi irraggiungibili.

ECCO QUALCHE CONSIGLIO PER FARE UNA BELLA FOTOGRAFIA.

Vogliamo fare un piccolo esperimento e guardare il mondo attraverso gli occhi dei più grandi fotografi di viaggio, tanto per non perdere l’allenamento e per trarre ispirazione, così da essere pronti non appena ci si potrà nuovamente mettere in viaggio.

Sebastiao Salgado

Salgado nasce in Brasile nel 1944. Inizia ad interessarsi alla fotografia agli inizi degli anni ‘70. Da passione amatoriale, fu sua moglie a regalargli la prima macchina fotografica, in breve tempo la fotografia diventa una vocazione e un progetto di vita a tempo pieno. Salgado trova subito la sua nicchia, documentando come i cambiamenti ambientali, economici e politici condizionano la vita dell’essere umano.  Le sue sono foto incredibili, testimonianze della nostra società e della grandezza della natura. Indispensabile la collaborazione con la moglie Lélia Deluiz Wanick Salgado che è sempre stata al suo fianco, organizzando mostre e condividendo una intensa partnership creativa. Forte è anche la loro passione e attenzione verso l’ecologia; l’amore verso il pianeta, e ogni sua forma di vita, è il tema centrale del suo lavoro. Recentemente, insieme, hanno realizzato in Brasile un importante progetto di riforestazione.

CLICCATE QUI PER VISITARE IL NOSTRO SITO. 

Alex Webb

Fotografo di viaggio californiano nato nel 1952. Alex Webb inizia negli anni ’70 fotografando in bianco e nero le zone rurali degli USA, per poi passare ai fantastici colori di Messico e Caraibi. Il suo stile è molto naturale. In particolare nei progetti di Messico, Paraguay e Sud del Caucaso, il suo occhio indaga le difficili condizioni sociali e tutte le problematiche che ancora oggi affliggono questi paesi. Il suo stile è incredibile, guardando le sue fotografie si ha l’impressione di venire trascinati dentro.

Corey Arnold

Le foto di questo fotografo sono impressionanti. Nasce originariamente come pescatore, e il tema ricorre spesso nelle sue foto, ma portando sempre con sé la sua macchina fotografica è risuscito a immortalare storie incredibili. Il suo lavoro esplora intensamente la relazione dell’uomo con il mondo della natura e degli animali soffermandosi sulle questioni ambientali, l’ecologia e in particolare sulla natura selvaggia dell’Alaska.

Lindsay Addario

Lindsay Addario lavora per il National Geographic, il New York Times molti altri magazine. È sicuramente una dei fotografi più influenti degli ultimi 25 anni. Lindsay racconta storie che ti trasportano in terre lontane con lo scopo di indagare i grandi conflitti soprattutto del Medio Oriente e dell’Africa. Le sue sono foto crude, schiette, disarmanti così come le storie che racconta: dall’occupazione dell’ISIS in Iraq, ai rifugiati siriani, dalla dipendenza da eroina in Afghanistan. Le sue foto raccontano un mondo che nessuno vuole vedere, racconta le vite degli inconsapevoli protagonisti di quelle tragedie: i ragazzi e i  bambini di quelle terre.

Steve McCurry

Inizia a lavorare come freelance alla fine degli anni ‘70, realizzando reportage dall’ India e dall’Afghanistan, i paesi su cui maggiormente volge la sua attenzione. Nel 1979 la sua carriera subisce una svolta determinante: riesce a entrare nelle zone Afghane controllate dai mujaheddin poco prima dell’invasione russa riuscendo a tornare portando con sé rotoli di pellicola cuciti tra i vestiti. Il suo stile, dai colori potenti e il suo approccio antropologico, combinano al meglio l’arte del reportage, dell’indagine sociale e della pura fotografia di viaggio. Le sue foto trovano spazio sulle più importanti riviste del mondo in particolare sul National Geographic di cui ha realizzato forse la copertina più famosa di tutti i tempi: la foto della ragazza afghana dagli occhi verdi.

Steve McCurry è anche molto legato al nostro paese. Dice di noi: “La parte migliore dell’Italia è la sua gente”.

Se il nostro articolo vi ha incuriosito o ne volete sapere di più contattateci!!