DIARIO DI VIAGGIO
“…E come fosse amore alla fine del tempo”

…..E come fosse amore alla fine del tempo, con una voce amica ho scalato il Wayna solo per vederti.
In una vertigine bianca tra il nero delle montagne, eccoti finalmente nella tua verità di pietra ai confini del Mondo.
Mentre ti guardo, respiri ed eccedi continuamente te stesso, in equilibrio sui fili d’acqua della luna ti organizzi intorno ad un vuoto minerale  e primitivo che abita ogni essere umano.
Come un vasto ricamo, il tuo labirinto sutura una qualche primordiale ferita, borda l’intimo azzurro del cielo e diviene l’inconscio  di ogni creatura.
E allora ti guardo come ad un’opera d’arte, e di te dimentico il senso, la funzione, il tuo preteso significato.
E come fossi un centro esterno ad ogni linguaggio, corrotto dal passare dei secoli
nel silenzio mi insegni, che l’eterno altro non è, che una piega di pietra interna al tempo che passa.

E allora  in questa sera, sulla terra che si fa Mondo
mi ammalo della tua sovrana bellezza
e provo una febbre intensa …
una febbre ferina che non ho mai provato,
bianca e nuda…
antica e senza memoria…

e perdo le mie parole
tra le parole degli altri….
e perdo le mie scarpe
tra i cumuli di scarpe perdute sul fondo dell’universo …

E lascio il mio cuore
tra i cuori lasciati
e il mio nome
tra i nomi dimenticati

Andrea Giacomelli

Foto: Andrea Giacomelli